tutti gli articoli

Quando unione e sostegno della community fanno la differenza

Raccolte Fondi

Vita regolare, figli, un lavoro dignitoso, ogni cosa sembra scorrere tranquillamente e si ha la sensazione che tutto sia sotto controllo e che non possa capitare mai a te.

E’ questo il punto: “non mi capiterà mai”. Il cancro non conosce regole, età, stato sociale, sesso. La malattia ti mutila nel corpo e man mano porta via la tua identità: il lavoro, le relazioni con gli altri, i risparmi messi da parte. Con un esiguo sostegno dello stato non è possibile andare avanti, le cure hanno un costo ancora troppo alto.

Due sono le alternative: o rassegnarsi e far vincere la malattia o trovare un modo per scuotere le coscienze e creare gruppo.

Simona ha fatto così: dopo che le è stato diagnosticato un tumore al seno, ha deciso di aiutare le persone creando rete su Facebook. Ognuno di noi è chiamato a fare la sua parte, solo l’unione ed il sostegno della comunità possono fare la differenza.

Oggi la rete non è solo piena di contenuti stupidi e superficiali, migliaia di persone la utilizzano per creare gruppi di sostegno sia emotivo che economico. Attraverso una semplice pagina Facebook, che solitamente viene utilizzata per postare “meravigliosi” selfie, Simona è riuscita a sdoganare questa abitudine, condividendo con gli altri la vita, quella vera: consigli sui centri medici più all’avanguardia, scambi di integratori per la malattia, spesso sostegno economico.

Oggi grazie al crowdfunding è possibile creare una comunità per finanziare un proprio progetto o una propria causa. All’appello di Simona hanno risposto subito in tanti, chissà, tra loro ci saranno forse quei volti in parte senza nome incontrati in una sala d’attesa di un ospedale o quelle persone che hanno ricevuto sostegno da lei. Una cosa è certa: la rete può creare alienazione, il segreto è saperla usare… tutto qui. Squarci di vita vera per persone vere.

Questo è link della buona causa avviata da Simona: http://buonacausa.org/cause/chiedo-aiuto-per-curarmi

 

 

Scritto da: Luisa Tuzzoli

I commenti sono chiusi.