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CAMPAGNA FASE 2 DIFFONDIAMO ENERGIA
Circa un mese fa abbiamo innescato una rivoluzione d'amore, lanciando una campagna di crowdfunding per salvare la Taverna a Santa Chiara: la prima tappa è stata raggiunta, con il vostro affetto (20.000 euro raccolti e oltre 340 sostenitori) ci avete permesso di superare un momento molto complicato e di guardare avanti con rinnovata energia.
Grazie e ancora grazie!
Ora è giunto il momento di intraprendere un altro viaggio: partendo dalla nostra esperienza, vogliamo lanciare una raccolta da destinare a altri amici, persone che, come noi, hanno un sogno e non vogliono rinunciarvi, che gestiscono una piccola attività commerciale nel nostro quartiere e che ora sono in grande difficoltà.
La nostra avventura ha dimostrato che, insieme, si può fare, che anche il desiderio più folle si può realizzare, se si parte dalle relazioni umane e dalla forza della comunità di cui siamo parte. È la vita stessa che chiede a tutti noi di impegnarci per quest'obiettivo: non possiamo lasciare che il nostro quartiere, il centro storico di Napoli, si spenga ancora di più senza nemmeno provare a fare qualcosa!!
Ecco, il faro siamo noi e noi siamo il nostro futuro.
Con questo appello, vi chiediamo di arrivare a 30.000 euro complessivi: gli ulteriori 10.000 euro che ci aiuterete a raccogliere, (ne siamo certi, sarete in tanti) verranno impiegati per la costruzione di un percorso graduale di mutualismo dal basso, basato sul patto di fiducia tra chi crede alla possibilità di salvarsi insieme. Il risultato sarà, ci auspichiamo, una società di mutuo soccorso che possa sostenere, in modo più duraturo, le piccole botteghe a rischio di sfratto e di fallimento.
Partiamo su, non c'è tempo da perdere.
Nives e Potito
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Cos'è un dono?
Ricevere un dono è quella cosa che ci sorprende e ci fa sentire amati. Fare un dono spesso ci fa sentire vivi.
Ciao, siamo Nives e Potito, due amici che gestiscono una piccola osteria nel centro storico di Napoli, la Taverna a Santa Chiara.
Il nostro ristorante affaccia sulla omonima Basilica, che con le sue facciate gotiche ci riporta a un passato strabiliante della nostra città. Con meno di 40 sedute prima della pandemia, oggi siamo a 20, si fa fatica a superare questa fase critica. In questo locale, per quasi 60 anni, c'è sempre stata una trattoria. Prima di noi, c'era la signora Titina, che abitava nel quartiere e che è andata in pensione e poi, a causa del rincaro dei fitti, è stata costretta a andar via.
La scelta di molti proprietari di inseguire guadagni facili, collegati al mercato del turismo, ha infatti provocato la progressiva espulsione degli abitanti del centro storico e messo a rischio la sua stessa identità di quartiere a matrice popolare. La Taverna è stata sempre improntata a una gestione casalinga e si rivolge agli abitanti e ai viaggiatori, più che al turismo di massa. Come tante altre botteghe di questo quartiere, che vivono di economia circolare, è quindi riuscita a superare finora la crisi pandemica proprio grazie alla forza della comunità in cui è integrata, ma, essendo comunque una piccola attività, non può resistere ancora a lungo senza un ritmo di lavoro normale.
Come tutte le attività di ristorazione si sono accumulati tanti mesi di affitto arretrati, le bollette delle utenze non hanno mai smesso di arrivare ed i dipendenti vanno giustamente pagati. La cassa integrazione è sempre stata pagata in ritardo e non sufficiente a garantire la sussistenza.
E’ notizia di oggi che torniamo ad essere zona arancione e quindi anche quella piccola quota derivante dall’attività fatta a pranzo svanisce.
Quindi, oggi, la Taverna rischia di spegnere il suo faro su via Santa Chiara.
Per evitare che ciò accada, vi chiediamo aiuto.
Ci sembra strano fare una simile richiesta, poiché fino a ora ci siamo sempre trovati dall'altra parte, nella possibilità di dare. Oggi invece tocca a noi: ci siamo convinti a farlo perché crediamo nella necessità che le economie di territorio come la nostra non vengano cancellate dal volto delle città. La città vive di persone e relazioni, che, insieme ai luoghi, fanno una comunità. Senza la luce delle insegne, la città si spegne. Arrivano cattivi affari o grandi capitali, che, se da un lato portano altre opportunità di lavoro, dall'altro creano una nuova forma dei luoghi in cui il tipo di persone che da sempre sono appartenuti a essi non ha più modo di esistere.
In tutto questo scenario fosco ci piace comunque vivere con questo desiderio: forse questa crisi può essere l'opportunità per rifondare le comunità dei luoghi! Noi crediamo fermamente nella realizzazione di questo desiderio, ti chiedo quindi di dire si ed essere protagonista di questo cambiamento!
Siamo eretici, folli e santi. E’ scritto anche nel logo della Taverna. E’ per questo motivo che la campagna oltre che essere rivolta a noi, per aiutarci a ripianare i debiti, acquistare attrezzature nuove, lanciare una nuova linea di attività e ripartire più forti di prima è a beneficio anche di altri simili a noi. Cio che faremo è aiutare, con i contributi in eccedenza che raccoglieremo, i bottegai a rischio di sfratto.
Realizzare questa campagna è come tenere acceso un faro in mezzo al mare in tempesta.
Nell'oscurità della prima pandemia abbiamo sempre lasciata accesa l'insegna, anche se il locale era chiuso, proprio come fosse un faro per illuminare la strada altrimenti buia.
Oggi questa nuova tempesta rischia di far naufragare tutto il centro storico, rischiamo l'estinzione.
Aiutaci a continare a tenere acceso questo Faro.
Grazie di Cuore
Nives e Potito