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Back to Africa è una causa generica a sostegno di più realtà che vorrei continuare a documentare in base alle somme raggiunte.
Attualmente i progetti più importanti in termini di diritto ambientale e di diritti umani sono le discariche di Agblobloshie e di Maputo, le miniere illegali e l'inquinamento di fiumi e terreni (ometto volutamente riferimenti di luogo).
La discarica di Agblobloshie
Definita Sodoma e Gomorra e portata agli occhi dell'opinione pubblica internazionale grazie a un'inchiesta della BBC, oggi resta la discarica di materiale elettronico più inquinata e più grande al mondo, rifiuti elettronici provenienti in gran parte dall'Europa.
La discarica si è trasformata in una vera e propria comunità i cui abitanti, cercando di sopravvivere con quel poco che hanno ed il forte inquinamento, cercano a loro modo di "riciclare": dividono i materiali, talvolta con metodi fortemente nocivi alla salute (es. l'estrazione del rame dai cavi di plastica imbevendoli di alcol), altri oggetti, quasi nuovi vengono riparati, cercando di rivenderli. E' un pugno al cuore vedere distese di giocattoli nuovi, ai quali è bastato ricollegare un cavo e pensare che noi li abbiamo gettati via così, senza pensarci due volte.
Il dramma della discarica è il totale abbandono da parte del governo, ma anche dei movimenti locali che, purtroppo, si trovano davanti ad un colosso da abbattere; alla domanda "qual'è la prima cosa su cui investireste per migliorare il posto?" la risposta è stata "la scuola". Perchè i bambini a scuola non ci vanno, preferiscono saltarla, andare a recuperare il rame e cercare di portarsi a casa un tozzo di pane.
Voglio continuare a documentare e approfondire, anche grazie ai nuovi contatti, al fine di poter sostenere progetti che partono proprio da privati, europei, a sostegno dell'istruzione e con la creazione di opportunità in una nazione in crescita.
La discarica di Maputo
Sorta negli anni ’60, in epoca coloniale, la discarica di Maputo è l'unica considerata legale e si estende per circa 18 ettari: è l'unica autorizzata a ricevere i rifiuti della città, circa 1000 tonnellate al giorno.
All'ingresso alla discarica, stazionano i giovani più forti ed agili, in attesa di salire al volo sui camion della nettezza urbana per accaparrarsi i materiali più “preziosi”, come legno, ferro, calcinacci, che vengono rivenduti sul mercato informale.
Addentrandoci, troviamo donne, anziani e bambini ai quali rimangono le materie più povere: plastica, stracci e cibo.
La combustione dei rifiuti e l’inquinamento delle falde acquifere gravano su una popolazione di circa 60.000 persone, che vivono a strettissimo contatto con la montagna di scarti che sommerge le piccole abitazioni precarie.
Chi vi vive, spesso non è iscritto all’anagrafe, sono i cd. invisibili e dimenticati dalla società. Tra loro moltissimi bambini raccolgono ciò che trovano, prevalentemente ferro e rame, hanno tra i 6 e i 9 anni, a volte non lo sanno nemmeno loro. Si va oltre "i margini della società": qui, però, sono diversi i progetti a sostegno attivi, dalle suore di Madtre Teresa di Calcutta e il progetto di Fra Luca Santato, volto a creare opportunità e a togliere dalla strada orfani senza futuro.
Il progetto di documentazione è volto ad addentrarmi ancora di più nel tessuto sociale della discarica di Maputo, ma non solo: vorrei cercare di comunicare con loro e con le aree circostanti anche al fine di poter sostenere al meglio il progetto di Fra Luca, al quale dedicherò una causa a parte.
Miniere illegali ed inquinamento
E' un progetto inchiesta sotto copertura e, al fine di tutelare la mia incolumità, eviterò di fornire indicazioni sui luoghi.
Ho iniziato a documentare l'attività estrattiva in un'area dell'Africa centrale, attività talvolta illegale e causa di disastro ambientale. Trovarsi davanti a grandi fiumi che gli abitanti stessi, uomini grandi e grossi, si rifiutano di navigare perchè pericolosi, è la desolazione. Non esiste vita nelle acque, forse coccofrilli dicono, forse.
Un fiume che un tempo pullulava di vita, di pesci, nutrimento fondamentale per gli abitanti di una zona a metà tra deserto e giungla e che, oggi, non è neppure in grado di fornire acqua potabile ne adatta alla coltivazione. Una comunità che ha dovuto sottostare alla devastazione del proprio ambiente, in silenzio, cercando di adattarsi e svolgendo attività altrettanto nocive per la loro salute.
Le politiche governative, per quanto funzionali al perseguimento dello scopo di tutela ambientale rispetto alle attività estrattive illegali, cercando di porre un freno e una politica di risanamento, non sono sufficienti.
In quest'area dimenticata da Dio, si ritrovano le peggiori violazioni umane ed ambientali.
La documentazione, in questo contesto, sarà una continuazione di un progetto inchiesta già iniziato.
Come impiegherò i fondi
I fondi verranno impiegati per sostenere le spese di viaggio (carburante, autostrada, pernottamenti in luoghi sicuri...), fixer e interpreti nelle altre città in cui ci addentreremo per approfonire tematiche sociali ancora poco conosciute.
Qualora avanzassero somme, queste verranno utilizzate per finanziare altri progetti; qualora non si raggiungesse una quota sufficiente a sostenere le spese, valuterò se procedere ugualmente in autofinanziamento o meno.
Per utilizzare altri metodi di donazione, come bonifico o postepay, contattami a info@storiedaltri.it per ricevere i dati ed evitare commissioni.