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OBIETTIVI DEL PROGETTO. Scopo principale del documentario, è quello di fornire una testimonianza diretta e un aggiornamento del fenomeno migratorio nell'Europa del sud-est. Ogni episodio del programma si propone di raccontare una parte della rotta balcanica tramite le voci delle persone che l'autore trova sul suo percorso. In particolare, si vogliono mettere in evidenza le storie delle persone migranti e il lavoro delle piccole organizzazioni umanitarie, che troppo spesso non sono considerate dalla narrazione ufficiale. In questo modo l'autore intende contribuire ad una visione più umana di un fenomeno raccontato a torto come insidioso, emergenziale ed innaturale. Pur esistendo diversi prodotti editoriali che hanno raccontato le migrazioni, si ritiene necessario continuare a documentare un fenomeno in continua evoluzione e i protagonisti sempre dissimili che lo compongono. Obiettivo secondario del progetto è di conseguenza quello di tenere aggiornati gli operatori del settore e in generale le persone interessate al fenomeno, sulle nuove rotte e le problematiche osservate lungo di esse. Si ritiene anche necessario insistere con una narrazione diversa, svincolata da ragioni economiche o politiche e che sia di supporto all'opinione pubblica per una vera comprensione della questione.
SINOSSI. L'inedito documentario radiofonico proposto con questo progetto, è realizzato in dieci episodi da trenta minuti l'uno. Racconta il viaggio dell'autore in bicicletta mentre percorre le strade che utilizzano i migranti per arrivare nei paesi dell'Europa occidentale. Viene esplorata e raccontata la rotta balcanica; i paesi interessati dal racconto sono: Italia, Croazia, Bosnia-Herzegovina, Serbia, Bulgaria, Grecia e Turchia. Questa originale modalità di ricerca con finalità documentaristica e divulgativa, offre la possibilità di raccontare la realtà attraverso la visione e il vissuto dei personaggi che l'attraversano. Il viaggio in bicicletta collega l'autore, i vari luoghi attraversati e le persone che li abitano o li occupano temporanemente. Nella prima parte di ogni episodio viene narrato il paesaggio e il contesto nel quale si incontrano i protagonisti delle storie narrate. Nella seconda parte vengono esplorate le ragioni che spingono diverse organizzazioni ad operare al fine di far rispettare i diritti umani delle persone migranti. Nella terza parte sono proposte le voci e il vissuto di chi ha lasciato la propria terra e prova a costruirsi un futuro diverso. Infine sono considerate le ragioni globali che obbligano le persone a scegliere di migrare.
MANIFESTO. Questo progetto di documentario radiofonico nasce dall'esigenza di raccontare una crisi umanitaria che continua da troppi anni. L'autore percorre in bicicletta alcune delle strade utilizzate da migliaia di migranti nel tentativo di raggiungere la fortezza Europa, sfruttando il privilegio di poter viaggiare con un passaporto italiano. Il racconto che ne sussegue vuole contribuire a riportare in auge il carattere politico delle migrazioni e arginare il discorso classista e razzista dominante sulla tematica. Ai margini della mediatizzazione, la rotta balcanica è un cammino, talvolta mortale, intrapreso da migliaia di persone ogni anno. È un percorso minato da confini e frontiere, invenzioni delle società occidentali: infatti sono state definite dagli stati nazione, responsabili di una configurazione mondiale caratterizzata da guerre, neocolonialismi, accordi internazionali, che hanno prodotto disuguaglianze estreme e un pianeta sempre più inabitabile. Un modello disumano e insostenibile, che sopravvive per arricchire spropositatamente le oligarchie mondiali tramite lo sfruttamento delle persone e delle risorse naturali in ogni angolo del pianeta. Anche per questo la frontiera, comprensiva del sistema dei visti o di asilo, è da intendersi come un meccanismo di controllo ultratecnologizzato e ipermilitarizzato che ha lo scopo di gestire i flussi, di persone, merci e capitali, a seconda delle decisioni delle classi dominanti. Un meccanismo di mobilità globale squilibrato, classista e razzista, che ha istituzionalizzato pratiche esclusive che producono violenza e marginalità. Da esso proliferano le organizzazioni criminali, che lucrano sulle persone vulnerabili che tentano di attraversare i confini.