La rotta balcanica in bicicletta - Documentario radio

Giacomo Corticelli Pubic

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SINOSSI. L'inedito documentario radiofonico proposto con questo progetto, è realizzato in dodici episodi da trenta minuti l'uno. Racconta il viaggio dell'autore in bicicletta mentre percorre le strade che utilizzano i migranti per arrivare nei paesi dell'Europa occidentale. Viene esplorata e raccontata la rotta balcanica; i paesi interessati dal racconto sono: Italia, Croazia, Bosnia-Herzegovina, Serbia, Bulgaria, Grecia e Turchia. Questa originale modalità di ricerca con finalità documentaristica e divulgativa, offre la possibilità di raccontare la realtà attraverso la visione e il vissuto dei personaggi che l'attraversano. Il viaggio in bicicletta collega l'autore, i vari luoghi attraversati e le persone che li abitano o li occupano temporanemente. In ogni episodio viene narrato il paesaggio e il contesto nel quale si incontrano i protagonisti delle storie narrate, vengono esplorate le ragioni che spingono diverse organizzazioni ad operare al fine di far rispettare i diritti umani delle persone in movimento lungo la rotta, sono considerate le ragioni globali che obbligano le persone a scegliere di migrare, sono proposte le voci e il vissuto di chi ha lasciato la propria terra e prova a costruirsi un futuro diverso.

MANIFESTO. Questo progetto di documentario radiofonico nasce dall'esigenza di raccontare una crisi umanitaria che continua da troppi anni. L'autore percorre in bicicletta alcune delle strade utilizzate da migliaia di migranti nel tentativo di raggiungere la fortezza Europa, sfruttando il privilegio di poter viaggiare con un passaporto italiano. Il racconto che ne sussegue vuole contribuire a riportare in auge il carattere politico delle migrazioni e arginare il discorso classista e razzista dominante sulla tematica. Ai margini della mediatizzazione, la rotta balcanica è un cammino, talvolta mortale, intrapreso da migliaia di persone ogni anno. È un percorso minato da confini e frontiere, invenzioni delle società occidentali: infatti sono state definite dagli stati nazione, responsabili di una configurazione mondiale caratterizzata da guerre, neocolonialismi, accordi internazionali, che hanno prodotto disuguaglianze estreme e un pianeta sempre più inabitabile. Un modello disumano e insostenibile, che sopravvive per arricchire spropositatamente le oligarchie mondiali tramite lo sfruttamento delle persone e delle risorse naturali in ogni angolo del pianeta. Anche per questo la frontiera, comprensiva del sistema dei visti o di asilo, è da intendersi come un meccanismo di controllo ultratecnologizzato e ipermilitarizzato che ha lo scopo di gestire i flussi, di persone, merci e capitali, a seconda delle decisioni delle classi dominanti. Un meccanismo di mobilità globale squilibrato, classista e razzista, che ha istituzionalizzato pratiche esclusive che producono violenza e marginalità. Da esso proliferano le organizzazioni criminali, che lucrano sulle persone vulnerabili che tentano di attraversare i confini.

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SYNOPSIS. The unpublished radio documentary proposed with this project is made up of twelve episodes of thirty minutes each. It recounts the author's journey by bicycle as he travels the roads that migrants use to arrive in Western European countries. The Balkan route is explored and told, as well as the methods by which civil society support refugees. This original method of research with documentary and informative purposes offers the possibility of narrating reality through the vision and experience of the characters who pass through it. The bicycle journey connects the author, the various places crossed and the people who live there or use them temporarily. In each episode the landscape and the context in which the protagonists of the stories told meet are narrated. The reasons that push various organizations to work to enforce the human rights of migrants are explored. The voices and experiences of those who have left their homeland and are trying to build a different future for themselves are presented. Finally, the global reasons that oblige people to choose to migrate are considered.

MANIFESTO. This radio documentary project was born out of the need to tell the story of a humanitarian crisis that has continued for too many years. The author travels by bicycle along some of the roads used by thousands of migrants in their attempt to reach Fortress Europe, taking advantage of the privilege of being able to travel with an Italian passport. The resulting story aims to help bring back the political nature of migration and stem the dominant classist and racist discourse on the issue. At the margins of mediatization, the Balkan route is a sometimes deadly journey undertaken by thousands of people each year. It is a path undermined by borders and frontiers, inventions of Western societies: in fact, they have been defined by nation states, responsible for a world configuration characterized by wars, neocolonialism, and international agreements, which have produced extreme inequalities and an increasingly uninhabitable planet. An inhumane and unsustainable model that survives to disproportionately enrich the world's oligarchies through the exploitation of people and natural resources in every corner of the planet. This is also why the border, including the visa or asylum system, is to be understood as an ultratechnologized and hypermilitarized control mechanism designed to manage flows, of people, goods and capital, according to the decisions of the ruling classes. An unbalanced, classist and racist global mobility mechanism that has institutionalized exclusive practices that produce violence and marginality. From it proliferate criminal organizations, which profit from vulnerable people attempting to cross borders.