FRANCESCO: QUANDO SARO' GRANDE

Tiziana Cremesini Infanzia

The story

Ultimi Aggiornamenti!!

Il giorno 18 agosto 2016 Francesco ha ricevuto un pezzettino di fegato.

Questa pagina è servita a salvare la sua famiglia, e forse anche a salvare Francesco e altri bambini come lui, facendo riflettere le persone sull'importanza della donazione di organi.

La pagina sarà lasciata aperta fino a quando non saremo sicuri che la situazione sarà rientrata nella "normalità", e il papà di Francesco potrà cercare nuovamente un lavoro.

Vi salutiamo con le sue parole cariche di gioia e speranza:

"Non perdete mai la speranza cari genitori, cara mamma e papà che state aspettando sempre con il telefono in mano per la chiamata. Non perdete mai la speranza anche se il vostro bambino sta veramente male. Non perdete mai la speranza in questa attesa interminabile. Ci sono giorni che anche io pensavo al peggio. Ora che il mio piccolo è salvo continuo a dire DONATE!!!! Non siate egoisti!!!! DONATE!!!! Donate voi stessi agli altri ! Chi riceve un dono così grande sarà sicuramente una persona buona consapevole che dentro di se rivive un ANGELO!"

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Aggiornamento 24 luglio 2016

Molti non lo sanno, ma Francesco ha anche un fratello maggiore. Di lui non parliamo mai, per rispetto della sua vita privata già abbastanza segnata dalla malattia di Francesco, ma con lui la famiglia è composta da 4 persone.

Perchè lo specifichiamo? Perchè ad oggi sono stati raccolti circa 11.000 euro, di cui sia io che tutti gli amici di Francesco vi siamo infinitamente grati. Una cifra così alta ha attirato l'attenzione e l'invidia di alcune persone, che hanno definito quella di Francesco una "famiglia ricca", che come tale dovrebbe quindi provvedere a pagare tutte le spese da sola, senza più chiedere altro.

Vogliamo ricordare che Francesco è malato; che NON è guaribile se non con un trapianto che purtroppo tarda ad arrivare; che nel frattempo Elisa e Nicola (mamma e papà) NON possono lavorare, e sono sopravvissuti solo grazie all'aiuto dei tanti amici e di qualche associazione di carità.

11.000 euro sono tanti, ma i mesi passano. Per quanto tempo una famiglia di 4 persone può viverci, senza lusso, ma con dignità?

La ricchezza va cercata in altre tasche, non in quelle di questa famiglia che continua ad avere bisogno dell'aiuto di tutti.

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Aggiornamento 1° marzo 2016

Grazie all'aiuto di tutti abbiamo raggiunto grandi risultati: molto più grandi di quanto ci saremmo aspettati!

Purtroppo la strada è ancora lunga, e non è possibile sapere quando Francesco e i suoi genitori potranno ritrovare una vita "normale".

Ecco perchè la raccolta fondi rimane sempre aperta!

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Mi chiamo Francesco, sono nato il 23 gennaio 2015 e sono uno dei pochi bambini malati di ATRESIA DELLE VIE BILIARI: uno su 13.000, così hanno detto i dottori alla mia mamma e il mio papà.

In pratica, la bile non riesce ad arrivare fino all’intestino per la digestione dei cibi, perché le “radici” che servono a trasportarla si sono ostruite. A causa di ciò, il mio fegato è gravemente danneggiato e cosa ancora peggiore, si è ingrossato a dismisura, ostacolando anche lo sviluppo degli altri organi.

Quando avevo solo 4 settimane, hanno aperto il mio piccolo pancino, da sinistra a destra, per salvarmi la vita. È stata un esperienza molto dolorosa, soprattutto per la mia mamma e il mio papà, che non potevano fare nulla per alleviare la mia fatica.

Sono vivo, ma purtroppo l’operazione non ha avuto l’esito sperato: le condizioni del mio fegato non migliorano e quindi sono in attesa di un trapianto. Nemmeno questo, dicono, sono sicuri che potrà salvarmi la vita, ma io ci voglio provare.

In assenza di trapianto, la mia aspettativa di vita è di un anno e mezzo... Forse meno.

Ma ora voglio parlavi di loro, le persone più importanti e più belle che ho incontrato nella mia piccola vita: la mia mamma e il mio papà!

Mamma Elisa è filippina: è da lei che ho preso occhi a mandorla e tanta bellezza! Si è fatta in pezzi per accudirmi, curarmi, aiutarmi, coccolarmi come solo le mamme sanno fare. Posso passare poco tempo insieme a lei, e mi manca tanto.

Papà Nicola non può lavorare a causa dei numerosi ricoveri, e dell’assistenza di cui ho bisogno per poter continuare a vivere. Io sono la sua unica occupazione, il suo unico pensiero, ogni giorno.

Devo prendere tantissime medicine, di giorno e di notte. Non riesco a mangiare, così i dottori mi hanno messo un tubicino, che porta la mia pappa dal naso fino allo stomaco: mamma e papà devono nutrirmi ogni 3 ore, tutti i giorni, e sono proprio tante.

Spesso il mio pancino è così gonfio che non riesco a dormire, e poi di colpo vomito tutto. Lo sforzo è così grande che a volte dai miei occhi escono lacrime rosse. Mamma e papà piangono, ma mi dicono sempre che sono bravo e ce la posso fare.

Quel poco cibo che non vomito, rimane poco tempo nel mio corpicino: il mio pannolino viene cambiato anche 12 volte al giorno!

A me comunque questa cosa infilata nel naso non piace neanche un po’, e se loro si girano un attimo, cerco di togliermela. Quando ci riesco, poi mi portano di corsa al pronto soccorso, e mi costringono a rimetterla.

Ecco perché mamma e papà devono stare molto attenti alle mie manine.

Ecco perché non dormono mai.

Mamma Elisa e papà Nicola sono tanto stanchi, ma stringono i denti e si danno sempre da fare per me. Non possono lavorare, e sopravvivono grazie all’aiuto di parenti e amici, e a delle associazioni fatte di persone generose, che fortunatamente hanno incontrato lungo il loro cammino.

Mi piacerebbe che qualcuno li aiutasse, perché per potermi stare vicino hanno bisogno di soldi e non bastano mai. Li sento parlare di cose che io nemmeno capisco: bollette da pagare, benzina, autostrada... Già, perché l’ospedale dove mi trovo ora è molto distante da casa.

Io cerco di fare il bravo, e sopravvivere ogni giorno, un giorno in più. Non posso fare altro per loro, ma forse voi che siete grandi capite meglio le loro difficoltà, e saprete come aiutarli.

Mi chiamo Francesco, e il 23 gennaio ho compiuto il mio primo anno.

Quando sarò grande porterò in braccio i miei genitori, ma ora non posso: dovete farlo voi, per me.

(Tutta la storia può essere confermata da Don Flavio, parroco di Nervesa - TV)

 

La Famiglia ringrazia le associazioni:

Centro Aiuto Alla Vita di Cornuda, La Gerla, Sofia bambini trapiantati di fegato, Anteas, e si scusano se si sono dimenticati di qualcuno.