The story

L’emergenza umanitaria a Gaza è riconosciuta dalla comunità internazionale, tuttavia denunce, mozioni all’ONU, manifestazioni non hanno influito sulla prassi di Israele. Le vittime sono oltre trentasettemila, di cui due terzi civili, cento giornalisti/e, personale medico e umanitario, insegnanti. Si tratta della più ampia rappresaglia militare della storia contemporanea, a seguito degli attacchi di Hamas in Israele del 7 ottobre 2023, che hanno provocato milleduecento vittime, in maggioranza civili, il rapimento di centottanta cittadini/e israeliani/e. È stato demolito il sistema scolastico, sanitario, le infrastrutture fondamentali e costretto la popolazione a sfollare in campi improvvisati al confine con l’Egitto, dove i bombardamenti e le uccisioni indiscriminate continuano. Le azioni militari con il coinvolgimento dei civili aggravano una situazione che ha portato alla fame due milioni di persone. Ogni giorno secondo l’ONU, dieci bambini di Gaza subiscono amputazioni senza anestesia. D’altro lato, oltre alla catastrofe umanitaria, alla distruzione del 70% degli edifici della Striscia, al sostanziale isolamento internazionale, l’azione militare israeliana non ha portato risultati. Il tribunale dell’Aja ha intimato a Israele di sospendere i bombardamenti a Rafah e di riaprire il valico per far passare gli aiuti umanitari.

 

Il progetto Happening for Gaza intende fornire una occasione a pacifisti israeliani e palestinesi di incontrarsi sul tema del come fermare il genocidio in corso. Offrire un tavolo “neutro” in Italia sulle potenzialità della lotta non violenta in una fase caratterizzata dall’escalation militare e dallo spregio per la vita dei civili. L’evento si svolgerà a Firenze nella sede della Comunità le Piagge a fine settembre ed è sostenuto da una rete di associazioni a livello nazionale di vario orientamento, accomunate dalla volontà di lanciare un messaggio sulla situazione a Gaza e di dimostrare che il dialogo sia possibile e necessario. I lavori avranno durata di due giorni, alla presenza di cinque delegati palestinesi, cinque israeliani e cinque italiani, con l’obiettivo di elaborare una piattaforma comune sulle iniziative per fermare il massacro nella Striscia. Si approfondiranno potenzialità e strumenti a disposizione del movimento pacifista, lo sviluppo del lavoro di rete e della collaborazione internazionale. Non sono previsti interventi di politici italiani, palestinesi o israeliani, né presenze esterne. Il tavolo deciderà anticipatamente a chi affidare il compito di moderatore tra una rosa di nomi proposti da organizzatori/trici. Nella fase finale dell’incontro, i/le partecipanti giungeranno alla stesura di un documento, a fronte del quale avverrà l’incontro con la stampa. Per sostenere l’iniziativa, sono attivate una serie di iniziative a opera dei gruppi coinvolti; è inoltre prevista la realizzazione di un evento serale.

Eventi collaterali:

• campo tendato di accoglienza gruppi giovanili coinvolti

• evento serale ad opera di gruppi emergenti fiorentini

• workshop 1: metodi e strumenti della resistenza non violenta

• workshop 2: storia e prassi del movimento pacifista italiano (il caso Irak)

• workshop 3: Gaza: la ricostruzione possibile

• workshop 4: giornalismo d’inchiesta tra fake, censura e no go zone

• workshop 5 progetti di cooperazione allo sviluppo attivi a Gaza 2024

• Evento interreligioso a San Miniato. Saranno invitati: Mario Cucinella, Christian Elia, Luisa Morgantini, Massimo Annibale Rossi, Nabil Bay, Nabil al Lao, Meri Calvelli

 

Realtà organizzanti e aderenti (in aggiornamento):

• Comunità le Piagge Firenze

• Vento di Terra ONG

• Assemblea Guerra Mai Circolo ARCI Fratellanza Novara

• Vercelli per la Palestina

• Chiesa Battista Bollate

• Istituto scienze dell’uomo Rimini

• Gruppo sostegno Bolzano Novarese

• Gruppo sostegno Bologna

• Comitato provinciale ARCI di Novara

 

La realizzazione dell'intero progetto richiedere sforzi pratici ed economici. Nello specifico le spese di viaggio per i/le delegati/e di parte palestinese e israeliana. Le singole realtà si stanno già impegnando, in proprio e in coordinamento, a raccolte fondi per sostenerlo. Questo crowd funding serve per dare una mano da parte di chiunque creda che la soluzione pacifica sia non solo indispensabile e, in ultima istanza, necessaria, ma anche da favorire quanto prima con ogni, seppur piccolo, mezzo disponibile. Ogni giorno che passa è una ferita attuale nei corpi e nelle menti di chi la subisce, ma anche una frattura che richiederà sempre maggior tempo per essere sanata. Non è mai troppo presto per la pace. Chiediamo a chiunque condivida questa impostazione di darci una mano.