Esplora
le cause
Inizia
la tua causa
Mi chiamo Stefania Catallo e sono la responsabile e fondatrice del Centro Antiviolenza Marie Anne Erize di Tor Bella Monaca, quartiere della periferia di Roma. In quattro abbiamo portato avanti un lavoro in condizioni di totale autofinanziamento e autogestione per tutelare soprattutto le donne vittime di violenze. Queste donne, umiliate e sbandate, che non sapevano con quali istituzioni parlare e quale percorso intraprendere, hanno trovato ascolto ed accoglienza con e tramite il centro.
È anche grazie al lavoro di ascolto e supporto psicologico, la creazione di gruppi di auto-aiuto e corsi di recitazione con la produzione - sempre autofinanziata - di spettacoli e pièce di denuncia sociale e civile che le circa 1000 donne transitate nel centri in questi due anni sono rimaste vive. Non sono morte.
Sono state aiutate nel percorso di consapevolezza del proprio valore fuori dalla coppia e sostenute in quello di denuncia dei propri uomini violenti. Non abbiamo mai avuto fondi né dalle istituzioni né dai servizi sociali: quello che abbiamo fatto è stato totalmente creato da noi.
Nel giugno scorso abbiamo inaugurato la Biblioteca pubblica del Centro, con 4500 volumi circa, che è diventata punto culturale di grande importanza del quartiere, che non aveva finora una biblioteca. Tutto in totale autofinanziamento.
Ma un Centro Antiviolenza non può vivere di autofinanziamento; le attività che svolgiamo sono diverse e tutte rivolte al reinserimento culturale e sociale delle utenti, e da soli non riusciamo a farcela. Per questo vi chiediamo un aiuto, anche minimo, che possa permetterci di sopravvivere e di potere sviluppare i nostri progetti futuri, come ad esempio la creazione di un laboratorio di sartoria autogestito dove le donne possano creare o riparare capi di abbigliamento, o semplicemente imparare il mestiere; o come i corsi di lingua italiana, perchè molte di loro sono straniere e non conoscono la nostra lingua.
Abbiamo desiderato creare un posto che non fosse il classico Centro Antiviolenza, ma pur conservandone le funzioni, potesse fungere da laboratorio e officina culturale. E credetemi, da noi ce ne è molto bisogno.
Grazie di cuore, a tutti voi.
Stefania Catallo