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I MILLE DELL'ITALIANO
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Premesse
La terra e la cultura di quella terra divengono di pubblico dominio solo quando mancano eredi ma gli italiani sono gli eredi dei "latini", tra il mondo latino e quello italiano non c'è soluzione di continuità, insomma il "latino" si doverbbe chiamare "italiano antico" e, invece, ci siamo lasciati scippare questa consapevolezza e, con essa, centinaia di anni della nostra storia. In questa Unione europea da decenni è in atto analogo furto, a dispetto delle norme sancite dai Trattati, nel corso degli anni abbiamo assistito all’affermazione, nel funzionamento dell’UE, di un trilinguismo di fatto anglo-franco-tedesco. Tale approccio, basato sulla surrettizia distinzione tra le 24 lingue dell'Unione europea in "lingue ufficiali" e “lingue di lavoro”, nel Regolamento delle Comunità Europee del 1958 che le norma all'Art.1/58, non trova alcun fondamento. Anzi, se si va a vedere nel dettaglio l’originario Art. 1 del Reg. CE del 1958 esso dice che “Le lingue ufficiali e le lingue di lavoro delle istituzioni della Comunità sono - in ordine alfabetico - la lingua francese, la lingua italiana, la lingua olandese e la lingua tedesca”. Insomma mentre allora, l’italiano era lingua europea ufficiale e di lavoro, i Governi che si sono succeduti si sono prestati alla discriminazione europea del nostro Paese.
Avere l’italiano come lingua di lavoro comporterà anche assunzione di funzionari e personale europeo italofono ma, anche, la fine della schiavitù linguistica degli italiani nel dover presentare i progetti europei nelle 3 lingue di lavoro attuali (inglese, francese e tedesco) o nel monopolistico idioma inglese e, quindi, l'accesso rapido e agevole a finanziamenti europei per tutte le nostre imprese che, specie se piccole e medie, difficilmente possono permettersi traduttori professionisti e specialisti nel campo imprenditoriale di ciascuna impresa ma, anche, di poter esprimere il nostro parere, come cittadini, nelle consultazioni che coinvolgono noi e il nostro Paese, dalla pesca all’agricoltura al sistema finanziario, sulle quali è sempre di più l’Unione europea a decidere, spesso dietro consultazioni pubbliche alle quali gli italiani non possono partecipare perché redatte nelle lingua di altri Paesi, peraltro, e questa è la cosa più grave, con un numero di abitanti comparabile al nostro.
APPELLO PER L'ITALIANO TERZA LINGUA DELLA UNIONE EUROPEA
TUTTI riconoscono in questa Unione europea di oltre mezzo miliardo di persone una casa comune dalla grandi potenzialità ma molto mal gestite.
L'Italia ha la diaspora maggiore nel mondo dopo la Cina, l'italiano è la lingua ufficiale di Città del Vaticano da dove s'irradia un cattolicesimo con oltre 1 miliardo e 300 milioni di fedeli, l'italiano è la quarta lingua più studiata nel mondo e, incomprensibilmente, non abbiamo visto operare un solo Governo affinché quel prestigio venisse accresciuto in modo da farla divenire la terza, nel mentre però, con l'uscita dei britannici, oggi l'italiano è proprio la terza lingua dell'Unione europea.
Tutti gli italiani vorrebbero che l'Italia per la sua storia, cultura, creatività, bellezza, per le sue tradizioni, per il numero della sua popolazione, avesse la giusta e democratica importanza nella casa comune europea.
Tutti sono concordi nel desiderare una "leadership" europea per l'Italia ma, nessuno, ha finora dimostrato di saperla davvero realizzare.
Noi sottoscritti siamo convinti che essa possa avere inizio con un Governo che, finalmente, si adoperi affinché l'italiano da lingua ufficiale europea divenga anche lingua di lavoro dell'Unione, e tutte le Istituzioni s'impegnino a non rendere straniero l'italiano in Italia usando inutili quanto linguicidi inglesismi.
In attesa di una Sua risposta d'impegno in proposito,