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Voglio lavorare nella prevenzione al suicidio. Oggi ho bisogno io
Sono sopravvissuta a due tentativi di suicidio, chiedo aiuto perché non ce ne sia un terzo.Mi chiamo Susy e a 31 anni mi ritrovo senza più niente tranne una malattia che mi porto dietro da quando mi è stata diagnosticata a 15 anni.Attacchi di panico, depressione, fobia sociale, allontanamento dal nucleo familiare, diagnosi errate e cure non adeguate hanno condizionato la mia vita.
Recentemente ho perso 25 kg in 7 mesi, mi sono ritrovata a dover chiedere aiuto a dormitori e case di accoglienza per donne vittime di violenze.Finalmente ho trovato una cura sperimentale a Milano che mi richiede un impegno di 4 incontri a settimana e che mi dà una speranza di guarigione.Il problema è che oggi non riesco a lavorare, la cura è molto costosa e per portarla avanti ho bisogno di un ambiente protetto che le strutture di accoglienza purtroppo non possono garantirmi.Non potermi permettere una sistemazione adeguata sta pregiudicando la mia salute e mi sta facendo perdere l'ultima speranza che avevo.
Avere un alloggio tranquillo per almeno i prossimi due anni di terapia è l'unica cosa che chiedo.Ho un solo scopo che mi ha sempre permesso di lottare: studiare e lavorare per migliorare la salute mentale di altre persone che trovano l'ultima risposta nel suicidio.
Ma oggi non ho le forze per andare avanti in queste condizioni e lascerei una perdita alle poche persone care che mi amano e non riuscirò ad aiutare nessuno nel mio piccolo e con lo studio
Ho lottato per 15 anni per loro e oggi mi chiedo come poter avere ancora le forze. Chiedo aiuto a chi leggerà, la speranza di una piccola mano da parte di ciascuno, anche piccola, provo a rischiarla così. È un appello che non ho mai fatto e ne ho paura ma provo questa ultima spiaggia. Spero che se non verrò aiutata io, il mio messaggio potrà dare la forza a chi resta nel silenzio per poter chiedere aiuto in tempo.
Ringrazio tutti e mando un abbraccio forte a ognuno di voi, che vi possa arrivare anche nelle vostre battaglie quotidiane.La salute purtroppo non è sempre un diritto ma un privilegio