The story

Davanti alla tragedia afgana non sono rimaste a guardare: hanno aperto le loro case a chi non ha più tetto né paese, hanno frugato nelle loro agende di contatti e messo a frutto anni di lavoro nelle aule di giustizia, costruendo case o raccontando il mondo. Sono imprenditrici, giornaliste, avvocati, medici, esperte in comunicazione, architetti e designer, professioniste attive nel mondo dell'associazionismo, artiste e fotografe, donne che lavorano nelle istituzioni italiane, Nel giro di pochi giorni dal 31 agosto tra chat e social hanno messo in piedi una rete tutta al femminile di contatti, iniziative, per accogliere aiutare, donne e famiglie che fuggono dal paese dilaniato. Per aiutarle in Italia e in Afghanistan, attraverso le associazioni che da anni lavorano in quella complessa realtà.

"L'obiettivo della rete è quello di fornire un aiuto pratico e duraturo da parte della società civile a sostegno degli operatori in questa grande tragedia umanitaria, e non solo in questo momento di particolare emergenza ma anche negli anni a venire."dicono le donne della rete che si moltiplicano di ora in ora. La rete raccoglie offerte di aiuto dalla società civile per dare un sostegno economico e un supporto concreto per le necessità quotidiane (scuola, università, visite mediche, assistenza legale, inserimento in contesti lavorativi) che possono rivelarsi spaventosamente difficili quando lingua, cultura, abitudini, tradizioni e costumi sono diversi