Per riabbracciare Erik, orfano di padre vivo e Patria

Mimmo Zardo Human rights

The story

ERIK ZARDO GILBERTI NON DEV'ESSERE COSTRETTO A RINUNCIARE AL SUO PAPA'.

Erik voleva crescere felice e sereno dov'era nato (Cuorgnè, Italia, 15-11-2009), amando i suoi DUE genitori e non dovendo rinunciare ad uno di essi.

Erik non voleva perdere la sua Patria, i suoi amici, i suoi monti, i boschi i laghi e l'aria pura della Valchiusella.

Erik era un bimbo pieno di vita e di sorrisi, amato, ammirato e desiderato.

D'improvviso lo strappo, l'inganno e la deportazione, imposti da una parte deviante della famiglia a scopo di lucro, lo hanno costretto a perdere metà del suo io, del suo parentado, e tutto il suo mondo d'origine, ed a rinunciare definitivamente al suo papà, ai nonni paterni ed alla sua Patria, l'Italia.

Erik è stato riprogrammato, dopo il sequestro in Ucraina, per trasformarlo in perfetto orfano di padre vivente. Oggi, quel bimbo non ricorda più nemmeno di aver sorriso ed amato spontaneamente l'intera sua famiglia d'origine. Oggi l'alienazione genitoriale e l'isolamento forzato hanno spento e reso buio ogni sorriso e cancellato l'innocenza della fanciullezza, in otto anni di sottrazione internazionale.

Il maltrattamento di Erik, consistente nella negazione di qualunque accesso significativo all'intera cultura d'origine ed a tutta la componente paterna della sua famiglia, è palese e costante, e si ripete giorno per giorno anche nella feroce alienazione genitoriale che gli è stata imposta parlandogli orribilmente del padre e del suo passato italiano.

Nessuna azione, mediazione, offerta d'aiuto e di perdono, appello, condanna, o implorazione, sono serviti a far mutare in alcun modo il comportamento delle sottrattrici di quel bimbo un tempo felice e sereno.

Ad Erik, fin dall'inizio del suo sequestro, NON E' PERMESSO NEMMENO COMUNICARE A DISTANZA CON LA PARTE PATERNA DELLA SUA FAMIGLIA.

Tutto ciò perdura, nonostante una sentenza internazionale di condanna definitiva, giunta dopo anni dall'avvio della sottrazione, che per esaurimento di ogni riserva economica non si riesce più a far eseguire. Occorrerebbero ulteriori azioni giudiziarie per sbloccare la situazione, ma il problema è che il genitore abbandonato qui è il padre, ed Erik è un bimbo maschio, quindi l'italia (e la Regione Piemonte, suo luogo natale), per Legge (la N.4 del 2016) non aiuta i bambini vittime di violenza o maltrattamenti se essi sono maschi e qualora il genitore denunciante sia maschio.

Perciò, il padre di Erik è solo nella sua battaglia in difesa dei diritti umani fondamentali del proprio figlio e dei suoi. La nazione Italia non aiuta i padri, per scelta politico-economica ormai chiarissima ed innegabile, e l'Ucraina fa ancora di peggio.

Mimmo, il padre di Erik, in questi anni di battaglie ha condiviso il suo dolore e la sua esperienza con tutti i compagni e compagne di sventura che ha potuto conoscere, aiutando quanto e chi poteva senza riserve di tempo ed energie, affinché la lotta fosse comune e per il bene di tutti, credendo fermamente nella necessità della vittoria per tutti nel solco del credo incrollabile per il valore della bigenitorialità e della legalità.

Oggi, Erik e Mimmo non hanno più speranze senza un aiuto concreto da parte di tutti coloro che credono nella genitorialità naturale paritetica come unica salvezza contro la sottrazione e l'alienazione.

Oggi serve fare di questa vicenda, dolorosamente simile a mille altre ma duratura e combattuta come poche, il simbolo di tutta la lotta di amore dei padri (e dei genitori onesti tutti, così come dei nonni) verso i figli, nel rispetto del diritto fondamentale dei bambini ad amare e frequentare equamente entrambi i propri rami genitoriali naturali d'origine.

Erik e Mimmo sono pronti a diventare il nome di tutti i figli sottratti e tutti i padri estromessi, ma hanno bisogno di una mole significativa di aiuti, piccoli o grandi, simbolici o determinanti, per avviare ogni azione giuridica e mediatica necessaria ed opportuna sul piano internazionale, e per essere simbolo estremo dell'irrinunciabilità della piena applicazione della giustizia e del Diritto per una vita civile sensata e serena, e per una costruzione positiva del domani.

Tutto ciò che verrà donato verrà usato solo ed esclusivamente per operare nella legalità e nella migliore efficacia possibile, affinché sia restituita ad Erik piena dignità bigenitoriale di bambino amato da tutti i suoi parenti, e rapito da nessuno di essi.

Ad Erik nessuno vuol togliere la mamma od i nonni materni, per quanto vi siano condanne internazionali gravissime sulle responsabili della sua sottrazione. Si vuole, con questo appello, raccogliere i fondi necessari a raggiungere la potenza necessaria per ridargli urgentemente ciò che gli è stato tolto: metà della sua anima, in cui Natura vuole che si specchino pariteticamente un papà ed una mamma, i suoi veri, incancellabilmente.

Il mondo non può tollerare che un bambino venga reso orfano di padre, quando il padre è vivo e vorrebbe poter continuare ad amarlo, La battaglia di civiltà, oggi è riportare tutti i bimbi sottratti alla legalità ed al rispetto dei loro diritti umani fondamentali.

Erik è un simbolo per tutti, la vittoria è tutti per uno.

m.facebook.com/erik.mimmovich

lanonameraviglia.it