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Ciao a tutti, sono Marilisa, architetto ma dal 2011 chef ed oggi titolare dell’osteria il Tummà a Terlizzi, un piccolo paese della provincia di Bari. Nel 2011 con il mio compagno Cristiano (marinaio caprese), abbiamo aperto il nostro primo ristorante a Napoli, in via Santa Chiara. La mia passione per la cucina nasce subito dopo la laurea. Ricordo che all’improvviso acquistavo solo libri di cucina e non di architettura (nonostante amassi il mio lavoro). Lavoravo presso studi di ingegneri ma il mio desiderio più grande, una volta rientrata a casa era quello di cucinare per i miei amici e così pian piano la casa si trasformò in una sorta di Home Restaurant ma dove non si pagava per mangiare. Questa passione cresceva sempre più e la cosa che più amavo era vedere le persone soddisfatte e felici ed io intanto, ricominciavo a vivere come donna e a superare tante cose. Ho sempre avuto, sin dall’adolescenza un rapporto conflittuale con il cibo , era il mio nemico più grande e a 17 anni ho iniziato a soffrire di bulimia. Ho sofferto tanto ma piano piano ho cercato di rialzarmi da sola e l’amore per la cucina, ha reso il cibo il mio migliore amico ed è per questo che quando cucino mi sento bene, rinata e soddisfatta e per la prima volta una persona felice.
Dopo i dieci anni a Napoli nel 2019 io ed il mio compagno Cristiano, abbiamo deciso di “emigrare” per trovare un contesto più tranquillo per far crescere nostro figlio Julian che oggi ha sei anni.Cercavamo in giro per l’Italia locali da poter rilevare ma poi per vari motivi familiari abbiamo scelto come destinazione Terlizzi, il paese di mio padre, quello dove ho trascorso la mia infanzia.A fine novembre 2019 abbiamo aperto il Tummà. Per aprire questa attività ho investito dei soldi che i miei mi avrebbero messo da parte per un eventuale emergenza in futuro ma io ci ho creduto talmente tanto che con coraggio li ho voluti investire in questo modo. Non è stata una scelta facile aprire in un paese così piccolo dove la vera ristorazione non è un punto di forza. Ma questa è stata la spinta per noi, creare un punto di riferimento per il paese, facendo conoscere le cucine che ci rappresentano, la campana e la pugliese ma chiusure e aperture continue fan si che non riusciamo mai a partire e farci conoscere come vorremmo. Dopo il primo lockdown per poter riaprire abbiamo dovuto chiedere un prestito di 10000 euro convinti che il covid non si ripresentasse in modo così prepotente. Dovevamo allestire lo spazio esterno e pagare un sacco di cose in sospeso. La seconda chiusura durata sei mesi è stata ancor più tosta da superare, cominciavamo ad essere stanchi psicologicamente. Lo stato ci ha dato qualche spicciolo perché la nostra “colpa” è stata quella di aprire a fine 2019 e basandosi loro suo fatturati del 2019 per poter fare qualche aiuto…. Ovviamente a noi non spettava quasi niente. Abbiamo inventato di tutto per andare avanti. Qui in paese la cucina d’asporto non va moltissimo. Abbiamo fatto piatti etnici di tutti i tipi. E così abbiamo continuato ad accumulare debiti su debiti, a discutere con il proprietario del locale che (ovviamente) cerca la sua parte senza considerare che se non si lavora, non si guadagna ed è umiliante dare in continuazione spiegazioni del genere.Poi a maggio 2021 la nuova ripartenza e finalmente il nuovo entusiasmo, ormai eravamo vaccinati, il covid sarebbe scomparso o almeno non avrebbe creato più simili danni. Ed infatti fino ad ottobre sembrava che stesse tornando un po’ di normalità ed invece è iniziato nuovamente il vuoto, tantissimi positivi, paura e le persone hanno iniziato a disdire, a non uscire, il mese di dicembre che per i ristoratori dovrebbe essere il più remunerativo si è trasformato in un vero e proprio incubo. Oggi siamo praticamente chiusi, apriamo su prenotazione sperando che qualcuno ci chiami ma non è così tranne qualche piccolo tavolo. Personale a casa (ancora da pagare) senza un minimo di aiuto da parte dell stato, accumulo di bollette etc. Non sappiamo quanto durerà questa situazione ed il nostro timore questa volta è di non poter riaprire mai più e chiudere la nostra amata attività alla quale non è stato concesso il tempo di vivere e partire.Avremmo voluto fare tanto al Tummà, eventi sociali, corso di cucina per bambini ed invece…Confidiamo in questa iniziativa sperando che chi ci ha seguito e ci ha voluto bene possa aiutarci a tenere le porte del Tummà aperte, visto che lo stato ci ha abbandonati più di prima.La nostra gratitudine nei vostri confronti verrà dimostrata, a chiunque ci aiuterà metteremo a disposizione la nostra professionalità con video ricette e qualsiasi consiglio nell’ambito della cucina.Incrociamo le dita sperando che prima o poi vengano tempi migliori per tutti e sperando che cucinare continui a rendermi la persona che oggi sono ossia una persona felice.Grazie a tutti Marilisa