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Sergio aveva soli 6 anni quando uscì dalla casa in cui abitava, al Vomero, con sua mamma, una mattina di agosto del 1943 e non vi fece più ritorno. Il papà era in guerra, Gisella sua madre, di Fiume, decise di raggiungere la sua famiglia di origine con il bambino. Ma proprio a Fiume l'intera famiglia fu catturata: nove persone, incluse le bambine Tatiana e Andra, cuginette di Sergio, di 6 e 4 anni. Con la complicità del fascisti locali, tutti furono deportati ad Auschwitz. Sergio fu selezionato, insieme con altri 19 bambini, per esperimenti medici del tutto insensati e assai crudeli da un sedicente dottore ansioso di far carriera. Infine, il 20 aprile 1945, a pochi giorni dall'arrivo degli Alleati, per un ordine partito da Berlino fu impiccato nello scantinato di una scuola di Amburgo perché sparissero le prove dei barbarici esperimenti. Ma sua madre Gisella continuò a cercarlo ed a credere che fosse vivo, da qualche parte in qualche famiglia in Europa.
Solo dopo la morte di Gisella il secondo figlio della donna e fratello di Sergio nato dopo la guerra, Mario De Simone, scoprì l'eccidio e lo raccontò alla giornalista e scrittrice Titti Marrone. La sua storia, infatti, è rimasta sepolta per molti anni e portata alla luce solo in tempi recenti. Da allora è nato l'impegno dell'Associazione Sergio De Simone. Oggi, di fronte a nuove guerre che come sempre si accaniscono con effetti drammatici sui civili e sui più deboli tra essi, come i bambini, la storia di Sergio torna drammaticamente attuale.Per questo l'Associazione indirizza il suo impegno verso i giovani, per contrastare l’insorgenza di ideologie e pratiche che possano portare alla diffusione di idee, modalità di vita e di relazioni orientate a negare le atrocità della Shoah. Ricordare con i giovani la figura di Sergio significa quindi tenere sveglia la memoria dell'orrore prodotto da uno dei totalitarismi del Novecento.
Sergio era solo un bambino di sei anni quando fu deportato ad Auschwitz: ti chiediamo di aiutarci a tener viva la memoria del piccolo martire ebreo che per molto tempo Napoli non ha saputo di avere. Il contributo che viene richiesto qui è destinato all'assegnazione di premi a studenti delle scuole di vario ordine e grado, autori di lavori scritti, elaborati di varia natura, video o altri tipi di materiali sulla Shoah, con riferimenti al destino dei bambini coinvolti in quella tragedia ma anche a situazioni della contemporaneità. Grazie!