The story

Ahmad, Leila, Enaiat, Basrigul, Hamida e altri ragazzi e ragazze afghani.

Le nostre vite si sono intrecciate quando sono venuti in Italia per qualche mese e hanno frequentato la scuola con i nostri bambini. Erano gli studenti più meritevoli e il viaggio faceva parte di un progetto più ampio che li avrebbe visti, negli anni, laurearsi e lavorare per costruire il loro Paese, indipendente e libero.

In Afghanistan, lo scorso agosto, questo progetto è stato cancellato, come le loro vite. Le ragazze sono chiuse in casa e i ragazzi sono in fuga per sfuggire alle vendette/esecuzioni dei talebani.

Le loro storie sono diventate le nostre storie e da mesi ci stiamo impegnando per trovare strade, per sostenerli nelle rivendicazioni dei loro diritti e creare opportunità per farli uscire dal Paese.

Ognuno di loro ha storie di ricerca di libertà, di fuga, di scelte.

Sorprende la storia di Basrigul, una donna di 24 anni che ha scelto di restare in Afghanistan accanto al padre che si è ammalato. Deve essere operato al cuore e per pagare l’operazione ha chiesto un prestito alle banche, fiduciosa di poter tornare a lavorare per ripagarlo. Ma è una donna ed è laureata. Il lavoro per lei è incompatibile con le nuove leggi dei talebani.

Amin (nome di fantasia per tutelarne l'identità) ha lasciato la sua famiglia ed è riuscito a superare il confine. Ora attende la possibilità di salire su un aereo. In questi anni si è adoperato per costruire il suo Paese, ricoprendo cariche importanti nelle organizzazioni internazionali. Per questo è perseguitato e costretto a rifugiarsi in luoghi di fortuna. Da agosto vive la sua vita nell’attesa, cercando di guardare al futuro, ché il passato è troppo doloroso.

In questi mesi abbiamo capito che se c’è una possibilità per aiutarli è quella di farlo insieme. Ognuno con il proprio contributo, piccolo o grande, economico o organizzativo. Ognuno mette in campo le proprie abilità per farli uscire dal pericolo e aiutarli nei loro progetti. Con questa raccolta fondi chiediamo un aiuto anche a te, certi che insieme, davvero, possiamo concretizzare qualcosa.

Se le nostre vite si sono intrecciate anni fa, forse oggi ne capiamo il senso. Non siamo lo stato, non siamo organizzazioni internazionali e non abbiamo poteri decisionali in merito alle politiche di accoglienza, ma insieme possiamo fare la differenza. Il contributo servirà a Basrigul per curare il papà, ma anche alle altre ragazze e ragazzi per sopravvivere in fuga, nascosti e un giorno per poter vivere in Italia o altrove e trovare un loro futuro.

Giovanna Amabile, Patrizia e Oscar Barbiero, Laura Borroni, Marina Bruzzone, Marida DiJanni,  Simona e Federico Olivi, Milena Moscano, Francesca Mori, Ernesto Moscarella,  Anna Palumbo, Francesca Papparotto, Gabriella Pernetta Piera ed Elvira Putzulu, Veronica Vaccari